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L’acqua e gli insediamenti umani

L’area di San Zeno di Montagna è carente d’acqua poiché le sorgenti importanti sono scarse e i corsi d’acqua sono spesso asciutti. Tutti questi aspetti messi insieme hanno condizionato la localizzazione degli insediamenti e delle attività economiche, rendendo difficoltosa l’agricoltura, che in alternativa è stata soppiantata dall’allevamento e dalla pastorizia. In passato durante le estati particolarmente calde se l’acqua scarseggiava la popolazione si recava alla sorgente Pissaròta a Canevoi, oppure scendeva al lago o alla lontana fontana di Castion. A sua volta le massaie di Lumini e delle contrade vicine durante la carenza di acqua, si recavano alla sorgente Sbolsa lungo il pendio per Caprino Veronese

LE FONTANE
In passato le famiglie che abitavano nelle contrade non conoscevano i moderni rubinetti; infatti l’acqua era attinta alle fontane, oppure raccoglievano l’acqua piovana, che era convogliata nella cisterna attraverso la rete di canali di gronda dei tetti; in seguito veniva ripescata con il secchio. Anche i nuclei di antica origine di San Zeno di Montagna sono caratterizzati dalla presenza di fontane. Le fontane erano il fulcro della vita sociale di quei piccoli nuclei, donne e uomini s’incontravano per svolgere mansioni diverse, poiché fungevano anche da lavatoio e abbeveratoio per gli animali. Erano costruite in pietra e generalmente lo schema costruttivo era a più vasche, ognuna con una specifica funzione.
La prima vasca detta “della canala” era la più pulita. L’acqua proveniva direttamente dalla sorgente e pertanto era utilizzata per la pulizia delle stoviglie e degli attrezzi strettamente legati all’alimentazione. Per bere e per cucinare l’acqua veniva presa direttamente dalla “canala”, il getto dove usciva l’acqua. Venivano riempiti i secchi e trasportati con una gerla appesi alle due estremità, una per secchio. La seconda vasca, dove l’acqua era pulita, serviva per abbeverare gli animali.
La terza vasca detta anche della “lissa”, l’insaponatura, serviva per risciacquare i panni.
La quarta vasca serviva per il lavaggio degli indumenti: qui s’insaponavano, si sbattevano sulle pietre oblique poste al bordo della vasca e si risciacquavano nella terza vasca.
In alcuni casi le fontane sono diventate delle vere e proprie strutture architettoniche dotate in alcuni casi di copertura.

Da: http://www.maranovalpolicella.it/temi/fontane/pezza.htm

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