Alle quote superiori il carpino nero e la roverella vengono sostituiti dal faggio che in modo preponderante forma boschi per lo più monospecifici. In questi boschi montani oltre al faggio, sempre dominante, possiamo osservare altre specie arboree tra cui l’acero di monte, il sorbo montano e degli uccellatori e localmente abete bianco e abete rosso.
Lo strato arbustivo vede la partecipazione di viburni , lonicere e nocciolo.
Dal punto di vista gestionale le faggete sono prevalentemente ad altofusto, sebbene esistano significative porzioni a ceduo spesso invecchiato. Notevole è la presenza di esemplari di faggio secolari, spesso isolati o al margine di antiche faggete come nella zona di Ortigara.
La faggeta tra Ortigara e Pralungo è la più vasta e bella del monte Baldo con individui secolari dall’aspetto imponente e maestoso.
Il faggio, pianta dalla forma ovoidale, alto anche fino a 35-40 metri, cresce normalmente tra i 900 ed i 600 metri. Stupendo è il colore che assunte il suo fogliame in autunno, quando passa dal giallo-oro al rosso-rame ed al rosso-viola, ma anche in primavera con le foglioline di un verde tenue.
In questa suggestiva faggeta si possono ancora osservare su piccoli pianori le tracce della fabbricazione dei carbone da legna; attività che i carbonai svolgevano nel periodo estivo fino all’inizio del secolo scorso.